martedì 25 giugno 2013

Unintended

Sei entrato nella mia vita senza che io lo volessi. Hai sconvolto le mie amicizie, il mio modo di vedere le persone, il mio atteggiamento verso tanti aspetti della vita che non avevo considerato. Mi hai aperto gli occhi su una parte del mondo, ho rivalutato certezze inossidabili. Forse, avevo trovato un po' di felicità, quella "fetta" che spetterebbe ad ognuno di noi.
E poi?
Poi sei andato via. Puf. Sparito come nei peggiori spettacoli dell'illusionista che vive sotto casa tua, dicendo solo "domani vado via. Non so quando torno". Cavolo. Ce n'è voluto di coraggio per staccarmi dal tuo abbraccio, per rompere, forse per sempre, quell'incastro perfetto tra la mia testa e la tua spalla. Il puzzle si è rotto. "Ci sentiamo!", certo, tanto ormai tra social network e compagni bella ne abbiamo di modi per sentirci...ne abbiamo avuti. Il primo mese, i primi due, poi contatti sempre più sporadici, casuali, per dirci com'è il tempo, come stai, quel "bene" forzato e di circostanza. Che nasconde l'infinito dietro sé. Ce lo dicevamo per scherzo "mi manchi". Ma quanto avevo ragione. Mi manchi, tanto, troppo forse, per un legame nato in così poco tempo. Ma così unico, forte, che mi aveva dato l'illusione, per una volta, di aver trovato un vero amico.

Del resto eri "unintended"